Dati Oxfam sulla ricchezza mondiale: duemila ‘Paperoni’ sono più ricchi di 4,6 miliardi di persone. E in Italia la situazione non è rosea.
Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Si potrebbe riassumere così l’analisi di Oxfam alla vigilia del World economic Forum di Davos. I numeri rendono l’idea: 2153 Paperoni sono complessivamente più ricchi di quattro miliardi e mezzo di persone. Cifre queste che non possono non essere allarmanti.
Dati Oxfam sulla ricchezza mondiale
Poco più di duemila ricconi hanno tra le mani un patrimonio di duemila miliardi circa, almeno stando ai dati raccolti alla metà del 2019. Tradotto, duemila persone sono più ricche del sessanta per cento della popolazione mondiale. Senza nulla togliere al valore e al lavoro di questi Paperoni, sembra evidente che nel mondo ci sia un problema o quantomeno una tematica da affrontare e da risolvere. Quella della disuguaglianza.
Il tema della disuguaglianza
Oxfam evidenzia bene la disuguaglianza a livello globale. Basti considerare che tutte le donne africane dispongono del patrimonio dei 22 uomini più ricchi del mondo
Oxfam, la situazione in Italia
L’Italia purtroppo non fa eccezione a livello di disuguaglianza. Sempre in base ai dati raccolti alla metà del 2019, l’uno per cento della popolazione aveva una quota di ricchezza maggiore di quella del settanta per cento degli italiani più poveri.
Per quanto riguarda la penisola italiana c’è anche un secondo problema, ovvero quello della disparità di genere, con le donne che in media sono più povere degli uomini.
Terzo aspetto decisamente preoccupante è quello della generazione. I figli dei ricchi restano ricchi e spesso lo diventano sempre di più, i figli dei poveri nella migliore delle ipotesi non riescono a scalare la piramide delle classi sociali.
Elisa Paciotti, direttrice campagne Oxfam Italia, ha fatto il punto sul Bel Paese, evidenziando le criticità economiche e sociali.
“Siamo indietro rispetto all’Europa le famiglie a basso reddito in Italia non possono supportare e sostenere un figlio nel percorso scolastico soprattutto quando si presenta un intoppo, un problema. Non ci sono supporti scolastici pubblici capaci di occuparsene sostenendo le famiglie. Ecco perché l’abbandono scolastico è così alto e perché abbiamo un così alto numero di giovani che non studiano e non lavorano. O se lavorano, e questo è un altro problema, lavorano per una paga risibile e meditano di partire in cerca di un futuro migliore. Oltre il 30% dei giovani occupati guadagna meno di 800 euro al mese mentre il 13% degli under 29 versa in condizioni di povertà lavorativa“.